Risposte ottobre 2015

Descrizione

Risposte inviata alla Gazzetta il 22 ottobre 2015.

Egregio direttore,

torniamo di nuovo sul tema del trasporto dei passeggini a bordo dei bus. L’occasione ci è offerta dalla lettera della signora Morio per l’episodio occorso ad una mamma con 3 bambini piccoli, impossibilitata a salire su un bus perché la postazione preposta era già occupata da un altro passeggino.

La norma che prevede un solo passeggino aperto per ogni bus è dettata da ragioni di sicurezza. Sicurezza per i passeggeri, che devono poter salire e scendere evitando il rischio di inciampare in passeggini aperti nel corridoio; sicurezza per le mamme e per i bambini, che devono poter accedere facilmente e stazionare nella postazione protetta loro dedicata, senza che altri possano urtare i bimbi trasportati. Si tende spesso a dimenticare che quello offerto dal bus è un servizio che deve far coesistere, in uno spazio limitato, esigenze variegate dei membri di una collettività. Il criterio di scelta, quando queste esigenze sono in contrasto fra loro, è la tutela dell’incolumità e, a seguire, la priorità per gli utenti più deboli. Così, la mamma col passeggino deve certamente poter salire a bordo, ma soltanto quando ci siano le condizioni di sicurezza per farlo. L’ammissione di due passeggini aperti a bordo avrebbe esposto i bambini a rischi, ad esempio in conseguenza ad una caduta accidentale di un passeggero sulla carrozzina in caso di frenata improvvisa.

Dispiace senz’altro non aver potuto servire meglio la mamma rimasta a terra che, con un po’ più di collaborazione in vettura, avrebbe potuto beneficiare anch’essa del trasporto pubblico. Nel caso in questione, infatti, sarebbe stato sufficiente che una delle due mamme già a bordo chiudesse il passeggino tenendo il bimbo in braccio, magari chiedendo a qualche altro passeggero di cedere il proprio posto a sedere. Operazione, questa, più facile per la mamma già in vettura che avrebbe, forse, potuto rinunciare alla priorità di occupazione della postazione e permettere alla mamma a terra di salire anch’essa a bordo. E’ evidente che la serena convivenza negli spazi pubblici è possibile solo quando gli stessi non sono considerati come un terreno di conquista dove chi prima arriva meglio alloggia, ma, piuttosto, come una piccola comunità dove si considerano le esigenze del proprio vicino oltre alle proprie, con la disponibilità a rinunciare ad un minimo del proprio agio per viaggiare tutti un po’ meglio.

Parma, 22 ottobre 2015

Ufficio Stampa Tep spa

Egregio direttore

Chiediamo la possibilità di rispondere alla lettera “Bus per disabili” pubblicata sulla Gazzetta di oggi.

Le linee urbane ad oggi abilitate per disabili sono sette. Non tutte? Purtroppo no. Anche a noi piacerebbe poter rispondere diversamente. Come mai? Perché una linea possa essere abilitata è necessario che i marciapiedi di fermata sulla linea stessa siano ad un’altezza idonea e abbiano una conformazione tale da consentire la salita della carrozzina senza difficoltà. Per le linee 2, 5, 6, 12, 13, 15 e 23, il Comune di Parma e SMTP hanno provveduto negli anni scorsi ad adeguare tutti i marciapiedi in ambito urbano e TEP garantisce su queste tratte l’impiego di vetture dotate di pedana.

Tutti i nuovi bus che vengono acquistati ne sono da tempo provvisti, perché TEP confida che con il tempo anche le linee che oggi non sono abilitate, possano presto essere adeguate e rese idonee alle persone con disabilità motorie. In ogni caso, i bus con pedana sono oggi più di 200, fra servizio urbano ed extraurbano.

Ciò detto, non entriamo nel merito della questione funzionamento più o meno laborioso della pedana.

Quello che vogliamo evidenziare all’utente è che la linea 7 NON E’ abilitata al trasporto ai passeggeri con disabilità motorie. Le linee attrezzate al trasporto di carrozzelle per disabili sono chiaramente indicate sulla brochure degli orari urbani Tep e sul sito web aziendale alla pagina https://www.tep.pr.it/servizi_speciali/diritto_alla_mobilita/default.aspx.

Su una linea non abilitata l’autista non è obbligato a manovrare la pedana per la salita e/o la discesa per far salire un utente disabile, dal momento che le condizioni di sicurezza potrebbero non essere garantite. L’incolumità dei nostri passeggeri dev’essere la nostra prima priorità. Sempre. Anche a costo di poter risultare scortesi o addirittura di essere fatti passare per politically incorrect come nella lettera in questione. Chiediamoci, infatti, cosa sarebbe successo se in salita o discesa si fosse verificato un incidente grave a causa della presenza di barriere architettoniche delle quali, purtroppo, siamo pieni?

Evidentemente, come ci testimonia il nostro utente, può succedere che se sulla linea viaggiano vetture con pedana, l’autista possa decidere, per non essere scortese a seguito di insistenza del passeggero, di aprire la pedana e effettuare la manovra di carico e scarico, avendo eventualmente valutato che in corrispondenza della fermata possano esserci condizioni ragionevoli di sicurezza perché il passeggero riesca ad utilizzare la pedana per la salita e/o la discesa. In questo caso però l’autista si assume personalmente una grande responsabilità per ciò che sta facendo.

L’episodio verificatosi al ritorno dal cinema è al momento oggetto di chiarimento. Nei giorni scorsi abbiamo invitato il sig. Tavella a fornirci una testimonianza più dettagliata di quanto accaduto. Escludiamo fermamente, però, che la persona presente in piazzale Allende fosse un dirigente della Tep. Escludiamo inoltre che le persone che hanno detto al passeggero che non poteva prendere quell’autobus volessero discriminare l’utente con disabilità, ci mancherebbe! Volevano solamente dire quanto sopra. Se lo hanno fatto in modo scortese o dando adito al benché minimo fraintendimento ce ne scusiamo fin da ora con il nostro utente.

Ancora una volta ci preme rimarcare che TEP tiene al servizio che eroga a tutti i suoi utenti, rigetta quindi fermamente ogni tipo di discriminazione. Altrettanto tiene però alla loro sicurezza e incolumità.

Parma, 22 ottobre 2015

Ufficio Stampa Tep spa

Risposta inviata alla Gazzetta il 5 ottobre 2015.

Egregio direttore,

chiediamo l’opportunità di rispondere al signor Caffagni che lamenta un episodio accaduto alla moglie, in viaggio da Parma verso Bardi. Abbiamo verificato che la coincidenza il giorno 24 è stata effettuata regolarmente. La lettera, tuttavia, non indica da quale fermata la signora è partita all’orario indicato. Ipotizziamo che possa aver preso la corsa della linea 6 che nel periodo estivo era in coincidenza alle 10.40 con quella per Bardi. Col servizio invernale, tuttavia, la coincidenza è servita dalla corsa precedente e anticipata alle 10.20, motivo per cui la signora non l’ha trovata al suo arrivo a Fornovo. Ribadiamo che nostri autisti sono tenuti a rispondere con cortesia alle richieste dei passeggeri e, di norma, lo fanno. Se ciò non è accaduto nel caso in questione, ce ne scusiamo.

Parma, 5 ottobre 2015

Ufficio Stampa Tep spa