La stazione delle tranvie foresi a vapore

Descrizione

Nonostante il materiale rotabile non fosse all’avanguardia, l’impianto dell’intera rete tranviaria costituì, assieme alla costruzione di nuove linee ferroviarie, uno dei primi interventi per la realizzazione di infrastrutture nella provincia di Parma.

Le conseguenze economiche, commerciali e sociali saranno rilevanti, portando una serie di località del circondario ad orientarsi economicamente verso il capoluogo, costituendo i primi assi di trasporto industriale e commerciale verso la città che nel frattempo aveva visto nascere le prime aziende di trasformazione dei prodotti agricoli.

I “primi passi” della neonata industria agro-alimentare vennero certamente favoriti dalla rete tranviaria e dalla sua “connessione” con la rete ferroviaria nazionale.

Sorgeva, infatti, a pochi metri dalla ferrovia la stazione principale delle tranvie foresi a vapore, in quell’area, un tempo occupata dai bastioni di porta San Barnaba e, dopo il loro abbattimento, delimitata dai viali Fratti e Mentana della circonvallazione a Nord e a Sud; da strada Garibaldi ad Ovest e dal canale Naviglio ad Est.

Il terminal era costituito da un vasto complesso sviluppato entro una zona rettangolare e comprendente la Stazione per i passeggeri prospettante su viale Fratti, le rimesse per i convogli, collocate in testa ai binari, perpendicolari a strada Garibaldi a pochi metri dalla Barriera, nonché pensiline e costruzioni di servizio per la movimentazione delle merci ubicate lungo il viale Mentana e la sponda del Naviglio.

I lavori erano iniziati il 20 gennaio 1893, dopo che per un anno la stazione provvisoria delle tranvie foresi aveva trovato collocazione a Barriera San Michele. In virtù della delibera della Giunta Comunale del 3 dicembre 1895, la Società delle Tranvie riceveva l’autorizzazione a realizzare la breve interconnessione tra la Stazione di viale Fratti e la Piccola Velocità delle ferrovie, che però diverrà operativa solo nel 1907, garantendo un rapido servizio di inoltro e spedizione delle merci dal vasto bacino provinciale alla rete nazionale ed internazionale.

Un insolito fatto viene a turbare questo clima di sviluppo e di progresso: il 28 marzo 1913 un macchinista delle tranvie a vapore, ansioso di vendicarsi per il licenziamento subìto, si reca nel cuore della notte al deposito delle locomotive, in viale Fratti e, acceso il fuoco a sei macchine, pronte per i primi convogli del mattino, le lancia sui binari della stazione e si dà alla fuga. Le locomotive si scontrano, si sconquassano e deragliano in un fragore assordante. Accorrono i Carabinieri che riescono ad arrestare l’iroso macchinista mentre tenta di fuggire da Parma… in treno. Il fatto trova spazio fra le pagine della «Domenica del Corriere» del 6 aprile successivo, che pubblica anche una eloquente foto del “Disastro di Parma”. Ma l’episodio viene ben presto dimenticato.

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